Palestre e piscine ancora chiuse «Siamo quelli più penalizzati»

Il mondo dello sport è stato fortemente limitato dalle tante disposizioni

Possibile riapertura a metà gennaio, pesa l’assenza di informazioni certe

In queste settimane, tra zone rosse, arancioni e gialle, sono di fatto uscite dai radar delle cronache alcune categorie che, attualmente, continuano a essere chiuse. Il riferimento è al mondo sportivo e delle palestre. «Il ministro dello sport ha detto che auspica, anche se l’auspicio non vuol dire molto, di poter riaprire le palestre a gennaio – afferma Vittorio Massucchi, presidente della Costanza – io resto del mio parere: ci hanno prima fatto comprare tutto il necessario per sanificare, disinfettare e metterci in regola con le varie disposizioni, e alla fine hanno comunque deciso di farci chiudere. Si possono allenare solamente ginnasti e ginnaste che devono preparare gare nazionali, ma si parla di pochissimi numeri. Se la nostra struttura, a pieno regime, ha 6-700 iscritti, ora attivi saranno in 20». Va sottolineato – prosegue Massucchi – «che lo sport e l’agonismo, non solo da noi, viene sostenuto dai corsi, e mancando quelli le spese si fanno pesanti. Noi abbiamo cercato in tutti i modi di non penalizzare i nostri iscritti, continuando a fare sacrifici. Mi auguro che chi di dovere si ravveda e riveda i parametri». Ulteriori chiavi di lettura le fornisce Matteo Gallina, direttore tecnico della Pro Mortara: «Abbiamo calcio e pallavolo completamente fermi, l’unica attività che poteva andare avanti era la ginnastica, ma abbiamo deciso di sospendere anche questo ambito. Non abbiamo condiviso l’idea di poter far andare in palestra solamente alcuni. La problematica più grossa è sicuramente il non avere certezze su ciò che sarà nelle prossime settimane. Bisogna vivere alla giornata. Da un punto di vista sportivo siamo vincolati, certo fino a metà gennaio non si potrà ripartire. Credo che a gennaio si possa tornare in palestra almeno per quanto concerne l’attività agonistica, ma è vero anche che lavorerebbe una percentuale bassa di atleti. Francamente credo che non avrebbero neppure dovuto pensare ai campionati, in questo modo sono anche stati illusi tanti bambini. La nostra più grande preoccupazione ora è quella di far tornare ad allenarsi gli atleti, per far fare quello che a loro piace e serve». Aggiunge Gabriele Daglio, di Fitness Program: «Siamo stati i primi a richiudere il 24 ottobre, e ancora non sappiamo niente sulla possibile riapertura. Vedremo da metà gennaio, ma bisognerà capire come si evolveranno i contagi. Siamo stati penalizzati, nonostante gli sforzi per metterci a norma. Avrebbero ad esempio potuto imporre delle limitazioni degli ingressi sulla base della metratura. Attualmente cerchiamo di restare a fianco dei clienti: proponiamo loro schede e abbiamo introdotto lezioni online, dando anche alcune attrezzature con una sorta di noleggio. Resta il problema legato alla terza età, è dura procedere a distanza con la riabilitazione». Per le piscine il discorso è purtroppo il medesimo. «È tutto chiuso e non abbiamo nessuna novità – conferma Franco Valcuvia, presidente della Padana Nuoto – in teoria si possono fare le gare a livello nazionale, quindi noi siamo un po’ messi da parte. Riaprire? Forse a gennaio, ma bisogna anche vedere se tutti riusciranno a farlo, dopo quasi un intero anno di chiusura non sarà facile ripartire».

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