Luigi Zucca: «Ho tifato per il ritorno di Chico Forti»

L’ambulante (e insegnante) mortarese ha scritto un libro in cui

la storia era ispirata alla ingiusta condanna dell’italiano in America

Il ritorno in Italia di Chico Forti è stato annunciato dalla stessa Farnesina (Ministro degli esteri Luigi Di Maio) e applaudito praticamente dall’intero arco parlamentare. «Un successo della diplomazia italiana che sarebbe anche potuto arrivare prima, ma lo accettiamo come il primo passo. Quando l’imprenditore condannato all’ergastolo sarà qui verrà trasferito in un carcere, ma da quel momento potranno cambiare molte cose». A commentare la notizia del prossimo ritorno in Italia di Chico Forti è Luigi Zucca, ambulante per trent’anni nella piazza di Mortara e protagonista in qualità di capogruppo dei piazzisti nel periodo caldissimo in cui l’amministrazione comunale chiedeva il trasferimento del mercato in piazza Trento. Dopo quella vicenda Zucca si dimise e tornò a mantenere un basso profilo. Ultimamente ha quasi dimenticato la sua ultratrentennale frequentazione delle piazze per dedicarsi anima e corpo all’insegnamento dell’inglese nella scuola professionale Csf (Centro Formazione servizi) della Regione Lombardia, a Vigevano. Zucca insegna inglese, essendo nato a Londra e avendo vissuto fino a vent’anni con i genitori che hanno peregrinato per l’Europa. La vicinanza con il mondo anglosassone e quindi anche all’America l’ha fatto appassionare alla storia di Chico Forti che poco meno di quattro anni fa gli ha ispirato un libro “Ritrovare la rotta” in cui la vicenda è liberamente ispirata alla tragica morte di Versace e a un ipotetico collegamento con l’arresto di Forti. In Florida infatti si era assistito alla incarcerazione per omicidio di Chico Forti che aveva deciso di diventare impresario e produrre un film. «Questa vicenda mi ha sempre appassionato, tanto che dopo avere scritto il libro sono anche diventato amico della famiglia e dello zio di Chico, Gianni. Ho tifato per loro, ho potuto dialogare con Chico dal carcere e ho anche ricevuto dei messaggi da lui». Dopo aver scritto il libro e averlo ricevuto dal carcere degli Stati Uniti Enrico Forti scriveva a Zucca nel 2019: «Ho ricevuto la tua bellissima lettera, mi piace la fluidità del tuo scrivere e mi onora il fatto che tu voglia dare il mio nome al tuo eroe-partigiano. Un protagonista che non si dà per vinto e che continua a lottare. La tua sincera amicizia mi rincuora ed è un ceppo in più nel fuoco della mia speranza». Ma Zucca ha anche fatto di più. Poco prima di Natale con le classi terze dell’istituto professionale vigevanese  ha organizzato un incontro-conferenza da remoto in compagnia dello zio di Chico, che ha spiegato come si era dipanata l’intera vicenda, inquadrandola secondo quanto pensa la famiglia e cioè come un «palese errore giudiziario». «I ragazzi hanno apprezzato molto – conclude Zucca – e addirittura hanno esultato quando solo pochi giorni dopo inaspettatamente hanno assistito alla notizia dell’estradizione dalla tivù. Anch’io, devo dire sono molto soddisfatto. Questo è stato un passo determinante». 

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