Il sushi d’oca conquista il console giapponese

«Oggi vi presentiamo il sushi d’oca, che reca la golosa firma di Edo Tolasi». Questa presentazione molto lusinghiera si trova sulla pagina Facebook del “Consolato del Giappone a Milano” ed è stata postata assieme alla pagina del nostro settimanale “La Lomellina” della scorsa settimana. Nelle parole di presentazione si può anche leggere una promessa per il futuro: «Un sushi creato con i prodotti d’eccellenza della Lomellina, con il cuore ben ancorato a questo territorio, ma il pensiero rivolto al Giappone». È una grande soddisfazione per il gastronomo e salumiere mortarese Franco Tolasi, il quale ammette: «Siamo ovviamente molto contenti, proprio non ce l’aspettavamo. La tradizionale gentilezza del popolo giapponese si è manifestata anche in questa occasione». Mentre la Cascina Alberona di Luigi Ferraris, che contribuisce al “sushi d’oca” con il proprio riso carnaroli ha commentato lo stesso post del Consolato: «Siamo fieri di contribuire a questo progetto di valorizzazione del nostro territorio». La storia nasce quasi per caso, da un’idea di Edo Tolasi, della Salumeria Nicolino, che con il padre Franco è uno dei più importanti gastronomi dell’oca mortarese. Franco, inoltre, è stato presidente del Consorzio di Tutela del salame d’oca. «L’invenzione è nata dal fatto di avere notato una forte propensione dei giovani per il sofisticato sushi giapponese – aveva spiegato Edo Tolasi -. Quindi, perchè non provare a integrare oca e sushi? Il risultato gastronomico è stato soddisfacente e lo abbiamo lanciato». La produzione ricalca la ricetta degli huramaki, del nigiri e del gunkan, che quasi tutti hanno conosciuto assaggiando il cibo dei ristoranti giapponesi. In questo caso, però, il riso è lomellino doc e i prodotti che vengono utilizzati da abbinare sono il petto d’oca affumicato, il petto d’oca stagionato e il salame d’oca classico. Ma nei sushi d’oca si trovano anche piccoli pezzi di asparago di Cilavegna, un altro prodotto doc della nostra terra lomellina che andranno accompagnati alla cipolla rossa di Breme e alla mostarda di Voghera. L’idea potrebbe anche portare ad organizzare, nel futuro, un evento con alcuni ristoratori giapponesi.

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