«Il virus è solamente una scusa, la giunta acceleri sui progetti»

Gli annunci devono lasciare spazio a interventi reali e produttivi «Ci sono a disposizione fondi che bisogna solamente richiedere»

Uno stato di emergenza che dura da ormai praticamente un anno. La crisi c’è, questo è chiaro, ma non ci sarebbe errore più grande di quello di rallentare progetti e interventi, che anzi in questa fase storica dovrebbero piuttosto subire un’accelerazione, per far sì che la città e il territorio possano farsi trovare pronti quando si potrà – una volta per tutte – parlare di rilancio. Invece, questo l’attacco che arriva dall’opposizione, l’amministrazione comunale mortarese pare aver vistosamente rallentato fino quasi a fermarsi: permane una forma di immobilismo che rischia di far perdere ulteriore tempo. Anziché operare, quindi, a scartamento ridotto, sarebbe il momento di porre le basi per una ripartenza che deve necessariamente essere reale e produttiva. «Quel che non riesco francamente a capire – sono in tal senso le dichiarazioni di Marco Barbieri, consigliere del Partito Democratico – è come possa pensare, questa giunta, di ripresentarsi alle prossime elezioni con qualsivoglia promessa. I “faremo” sono stati all’ordine del giorno in questi anni, e gli esempi sono moltissimi, dai più banali interventi fino a progetti di più ampio respiro. L’emergenza sanitaria? Ha certamente travolto tutti, ma a un anno di distanza non possiamo più restare fermi, l’amministrazione si attivi – conclude quindi Barbieri – per far sì che la città possa essere realmente pronta a una ripartenza concreta. Il tempo delle promesse è finito da un pezzo». Aggiunge interessanti chiavi di lettura Daniela Bio, consigliere comunale di Forza Italia: «Ho ritenuto paradossale il fatto che, ad esempio, sia stata un’associazione importante come Ascom a dover chiedere al Comune la collaborazione per trovare misure a sostegno del commercio. È inutile negarlo: se il periodo, da un lato, è difficile, è altrettanto vero che è proprio grazie all’emergenza che sono stati erogati più fondi rispetto al passato. Le amministrazioni possono quindi organizzarsi per tempo, lavorando per intercettare fondi ministeriali. Il denaro c’è, basta chiederlo come hanno fatto altri enti tra cui altri comuni. Sono certa che le comunicazioni siano giunti anche all’amministrazione di Mortara – evidenzia la Bio, che ricopre anche la carica di vicepresidente della Provincia di Pavia – che avrebbe dovuto attivarsi in maniera adeguata». Sulla medesima lunghezza d’onda il commento di Paola Savini, de Le nostre forze per Mortara: «In questo momento ci sono anche a disposizione soldi in qualche modo inaspettati, e bisogna riuscire a prenderli. Occorre acquisire capacità di spesa che possano rilanciare il commercio, serve dare risposte a richieste che ritengo personalmente più che legittime. Il vero tema è recuperare proprio una capacità di spesa che possa essere produttiva per tutti, questa è l’importante sfida che bisogna affrontare e che a ben guardare ha visto fallire il governo: speriamo che almeno a livello locale e comunale – è ancora l’analisi di Paola Savini – ci si riesca a muovere diversamente, ottenendo risultati». A chiudere il cerchio sono le parole dell’ex sindaco Giuseppe Abbà, oggi consigliere di Rifondazione Comunista: «Abbiamo più volte denunciato queste politiche di costanti annunci, a cui però non fanno seguito vere realizzazioni. È stato detto e scritto più volte, da anni ci sono temi che si rincorrono senza che poi si arrivi a concrete soluzioni». Molte le situazioni aperte e per le quali non ci sono indicazioni chiare: «Siamo ancora in alto mare su molti fronti. D’accordo, c’è l’epidemia, ma questo non può bloccare gli interventi. Pensiamo alla questione dell’illuminazione: l’amministrazione era partita in pompa magna, invece ancora oggi vediamo che in centro ci sono problemi. Si continua a galleggiare – termina il consigliere Abbà – e nulla più».

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