Il medico di base racconta i suoi ultimi due mesi al domicilio
dei propri pazienti. Il primo infetto accertato è stato a Olevano
I medici di base permangono, in questo periodo, l’avamposto della sanità sul territorio. Il giusto suggerimento che viene impartito dalla Regione e dall’Ats, azienda di tutela della salute, ai cittadini che avvertono dei sintomi ascrivibili a quelli della sindrome da coronavirus è proprio quello di contattare il proprio medico di base. Uno di questi è Marco Saviolo, che ha lo studio a Mortara e Olevano. «Il dato che io mi sento di rendere evidente, per la mia personale esperienza, è questo: io avrò visitato, negli ultimi due mesi, al proprio domicilio, circa un centinaio di persone palesemente affette da questa malattia. Per quel che mi risulta il tampone è stato fatto a circa sedici persone che sono risultate poi tutte positive. Le altre sono guarite, con le cure, al proprio domicilio, ma nessuno ha mai fatto loro il tampone». Il dottor Saviolo, per scelta e abitudine, con tutte le dovute precauzioni, cerca di recarsi sempre all’abitazione del malato: «Appena possibile lo faccio. Capisco che è necessario prepararsi e proteggersi completamente, ma poter ascoltare direttamente il soggetto e fare una diagnosi diretta è una buona pratica che mette a suo agio il proprio paziente e aiuta molto persone sole e anziane. Purtroppo, sulle protezioni, ci sono sempre stati dei problemi. Non sono state consegnate, se non in maniera insufficiente e abbiamo dovuto procurarcele da soli». Per il dottor Saviolo il primo impatto con la malattia che si diffondeva, anche qui da noi, è stato proprio a Olevano, alla fine di febbraio. «Non era una persona anziana, ma mi sono accorto subito che i sintomi erano quelli probabili e riconducibili al virus che cominciava a circolare. La soluzione di quel caso è arrivata con gli antibiotici e con una quarantena domiciliare. E si è risolto in questa maniera. Ma chi viene curato a casa deve essere tenuto sotto costante controllo. Se arriva la dispnea, ovvero la mancanza di respiro, è giusto andare in ospedale. Attendere sarebbe peggio. Comunque ogni caso ha una sua storia, ed è giusto valutare con attenzione». Anche in ambulatorio, i problemi ci sono. «Certo, è necessario adeguarsi a dei comportamenti e regole che abbiamo dovuto impartire sugli accessi. Quindi meglio una telefonata preventiva. Per le ricette abbiamo invece fatto un buon passo avanti con la possibilità di comunicare il codice. Poi con quello il paziente potrà recarsi in farmacia. Ma non possiamo nascondere che alcuni problemi restano, ad esempio per coloro che hanno un piano terapeutico in corso. In questo caso al farmacista servono ancora le ricette rosse di una volta, presentate in originale. Non tutto è stato risolto, come si vede, anche se stiamo andando, come è giusto che sia, nella direzione dello snellimento delle procedure». La situazione attuale ci induce a pensare anche al futuro, sia a quello dietro l’angolo che a quello un poco più in là. «Dobbiamo cercare si capire la diffusione del virus e per far questo oggi l’unico strumento che non sia il tampone è il test sierologico, che vedo stanno già facendo in alcuni comuni vicini. È in corso di validazione, vero, ma possiamo dire che non ci sono certezze neppure sui tamponi. Quante volte è capitato che oggi fossero negativi e domani positivi? Anzi questo problema ha condizionato anche la classe medica, molti colleghi si sono infettati così». Poi Saviolo ha anche una reminiscenza storica sulla quarantena: «La letteratura ci ha sempre detto che la quarantena delle navi al largo dei porti durava ben più di 15 giorni. Adesso ci dicono che può essere di 15 giorni. Ma direi che un poco di maggiore prudenza sarebbe meglio». Sulla prospettiva prevista nel prossimo futuro il dottore conclude: «I grafici li vediamo tutti e il sospetto è che il plateaux, ovvero il picco, resti piatto per un certo numero di tempo, speriamo siano solo giorni. Nel frattempo non abbiamo alternative significative. State in casa è il consiglio numero uno. Nei giorni scorsi a Vigevano, davanti ad un noto supermercato, c’era ancora una ressa di auto molto consistente. Troppa gente in giro, e questo non va bene».
Bravo dott. Saviolo per la disponibilità che il mio medico invece non ha. Vorrei essere sua paziente. Come posso fare?