LE NOSTRE CHIESE – Santa Maria Assunta in Garlasco

a cura di don Cesare Silva

L’origine dell’attuale chiesa parrocchiale, un tempo dipendente dalla pieve matrice di Dorno, risale alla chiesa di San Pietro, situata fuori le mura e menzionata in un diploma del 981. Essa fu sede di cura d’anime fino al 1444, quando tale funzione venne trasferita alla chiesa di Santa Maria, posta all’interno delle mura. Quest’ultima, ancora nel 1565, risultava annessa a un monastero di monache agostiniane, successivamente trasferite a Pavia. La primitiva chiesa di Santa Maria sorgeva trasversalmente rispetto all’attuale parrocchiale; di essa rimangono la base del campanile, con archetti in stile romanico, e l’abside, che conserva tracce di affreschi del XVI secolo nell’arco del presbiterio. Questi affreschi, murati quando l’edificio fu adibito ad abitazione, sono tuttora visibili da un piccolo cortile. La vecchia chiesa venne demolita per fare posto al grandioso edificio attuale, la cui facciata si affaccia sulla piazza principale, di fronte al castello. Nel corso dell’Ottocento fu aggiunto un portico, purtroppo rimasto incompiuto. L’edificio, a tre navate con impianto a croce greca e altissima cupola, fu progettato nel 1715 dall’architetto Gerolamo Regina di Pavia. Dopo decenni di lavori, la chiesa fu completata e consacrata nel 1783. La facciata venne ultimata solo nel 1923: sul frontone spicca una scultura bronzea raffigurante la Vergine Assunta, opera di Narciso Cassino. La torre campanaria ospita un grandioso concerto di otto campane, fuso da Ottolina, considerato il più imponente della Lomellina. L’interno della chiesa fu affrescato dal pittore vigevanese Vincenzo Boniforti, con la collaborazione di Emilio Galliani e Luigi Barni. Il pulpito, arricchito da bassorilievi in marmo, risale al 1818 e si distingue per l’accuratezza artistica della lavorazione.
Tra le opere conservate si ricordano la Via Crucis, realizzata dal garlaschese Giuseppe Sampietro, e i Misteri del Rosario sull’omonimo altare, attribuiti a Tranquillo Cremona o Achille Savoia. Un prezioso crocifisso dei primi anni del XIV secolo proviene dall’antica parrocchiale.

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