Mi è venuta in mente una canzone spassosissima cantata anche da Giorgio Gaber: La Balilla. “…Mi g’avevi una bella Balilla, fuderata de pel d’anguila; ve cunti la storia de cume l’e’ andada, in tri minut me l’han dislenguata…”. La canzone in realtà è di un anonimo milanese, scritta negli anni ’30, proprio quando questa piccola ma funzionale vettura Fiat fu messa in commercio. Presentata nel 1932 alla Fiera di Milano, era destinata ad accompagnare la motorizzazione di massa richiesta anche dal regime fascista. La sua sigla di prodotto era Fiat 508 e chiaramente il suo nome commerciale “Balilla”, era stato suggerito dall’autarchico regime. Venduta al prezzo 10.800 lire, diventò subito l’auto dell’immaginario collettivo: economica, piccola ma comoda e di universale impiego. Dotata di un cambio a tre marce, era offerta con diversi tipi di carrozzeria (berlina due porte, torpedo, spider, camioncino e furgoncino); le prime consegne vennero effettuate il 15 luglio 1932. Consumava poco e poteva comodamente trasportare 4 passeggeri, raggiungendo una velocità massima di 85 Km/h (il problema era poi frenarla.). Da citare la Spider Sport, due posti sfalsati; 3+1 marce; la carrozzeria bassa e morbida per una guida “gomito fuori”, con la caratteristica coda da insetto, fu disegnata nel 1933 dalla Ghia ispirandosi alle spider inglesi dell’epoca. La Fiat 508S, disegnata da Mario Revelli e conosciuta come “Coppa d’Oro”, è la più ricercata dai collezionisti, con una velocità massima di 110 Km/h e 36 Hp. La produzione sulle linee di montaggio Fiat di Torino continuarono fino all’ inizio del periodo bellico. Dal 1939 si passò alla produzione ad una Balilla versione Esercito Italiano.