Una vita da Masterchef.«Ma ora mi godo Vigevano»

Ha raggiunto la fama con la partecipazione al programma televisivo Adesso gestisce due ristoranti: «Un mio locale? Non è il momento»

Rubina Rovini nasce nel 1981 a Pontedera, in Toscana. Dopo essersi dedicata per molti anni alla danza classica, incomincia a lavorare prima come impiegata, poi come responsabile ufficio titoli all’interno di una banca. La passione per la cucina invece, trasmessa dalla madre e dalla nonna, resta a lungo sullo sfondo, relegata a  puro hobby. A fare da spartiacque nella sua carriera professionale e del suo amore per la cucina un lavoro, è senza ombra di dubbio l’esperienza a Masterchef, anzi, la doppia esperienza. Rubina infatti abbandona la sua occupazione e la relativa stabilità che questa le garantiva, per partecipare alla quinta edizione di Masterchef, il cui successo la porta ad essere chiamata anche per l’edizione Masterchef “All Stars“. Un ventaglio di opportunità si sono così aperte a Rubina tanto da permetterle di affermarsi come Personal chef, Brand ambassador, Food consultant ed Executive chef. Ha fatto anche parte della brigata di Villa Crespi, a fianco di Antonino Cannavacciuolo. Come spiega Rubina, non è stato automatico il suo successo lavorativo: «L’esperienza a Masterchef è stata fondamentale per la mia crescita personale. Nessuno però funge da ufficio di collocamento, mi sono dovuta adattare al mondo del lavoro soddisfando le esigenze che questo richiedeva». Da circa due anni Rubina si è trasferita a Vigevano, dove vive con il compagno e i due figli. «Abitare a Milano sarebbe stato molto più caotico, diversamente Vigevano è un ottimo compromesso tra paese e città, permettendomi di avere un’altissima qualità di vita. Benché molto spesso i vigevanesi la critichino e la considerino una città morta, a me piace molto e ha il grande vantaggio di vantare il parco del Ticino che è un vero e proprio polmone verde ed è uno spettacolo per una toscana come me – racconta Rubina – per quanto riguarda le mie attività, sono impegnata in tutta Italia, gestisco due ristoranti in Toscana, collaboro con una società che si occupa di ristorazione retail e tengo dei seminari e degli eventi per i ristoratori». Alla domanda se vorrebbe aprire un proprio locale risponde così: «Al momento non mi interessa raggiungere una stabilità. Amo il mio lavoro perché è variegato e dinamico, le ossa dure me le sono fatte cambiando spesso cucina, affrontando problematiche nuove e personale di diverso genere. Aprirò quindi il mio ristorante quando avrò voglia di riposarmi, poiché sarebbe come avere un’ancora e al momento mi darebbe un po’ di noia».

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