Don Giuseppe Bressanelli celebra 60 anni di sacerdozio

Ordinato il 18 giugno del 1961, è stato anche Cappellano dell’ospedale «Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo “il prete”»

L’Abbazia di Santa Croce, domenica prossima 20 giugno, alle 10.30, si vestirà a festa per celebrare il giubileo sacerdotale di diamante, 60 anni, del suo figlio don Giuseppe Bressanelli. «Santa Croce è la mia parrocchia – esordisce don Giuseppe Bressanelli – lì sono stato battezzato, cresimato e ordinato suddiacono. La mia consacrazione presbiterale, invece, è stata a San Martino Siccomario per imposizione delle mani a opera di Monsignor Michele Arduino, un vescovo salesiano espulso dalla Cina che aveva sostituito il Vescovo di Vigevano Luigi Barbero che era ammalato». Don Giuseppe, classe 1936, è entrato in seminario dopo le scuole elementari, a 11 anni e ha seguito tutti gli studi presso il Seminario di Vigevano. Una scelta di vita che è partita sull’esempio del suo parroco don Ambrogio Gerlo. «Sono entrato in Seminario nel 1948 quando da poco era parroco di Santa Croce don Adriano Bernuzzi – prosegue don Giuseppe Bressanelli – sono stato ordinato il 18 giugno 1961 e in Santa Croce, la domenica successiva, ho celebrato la mia prima Messa. Poi il Vescovo Barbero mi ha inviato come vicario parrocchiale a Breme Lomellina, poi a Cassolnovo e infine a Vigevano nella chiesa di San Pietro Martire (quella del Beato Matteo)». La prima nomina a parroco, dopo regolare concorso, alla Parrocchia di Parasacco dal 1969 al 1973. Poi il trasferimento, poco prima di Natale, alla Parrocchia di San Martino Siccomario dove è rimasto fino al 1990. Poi per 23 anni, dal 1990 al 2013, a Vigevano, presso la Parrocchia dell’Immacolata, quella che fu un tempo del Beato padre Francesco Pianzola. Infine, l’attuale Parrocchia di San Pietro in Ceretto Lomellina, aggiungendo, per 5 anni, anche l’incarico di Cappellano dell’Ospedale Asilo Vittoria. Ma la sua vocazione parte da lontano. «Non c’è stato un momento in cui ho sentito la vocazione – spiega don Giuseppe Bressanelli – è un desiderio che ho sempre avuto. Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo il prete. La mia famiglia era credente. Quando ho deciso di entrare in Seminario ne ho parlato ai miei genitori. Loro mi hanno fatto riflettere perché era una scelta di vita importante, ma mi hanno lasciato libero di scegliere, senza ostacolarmi. Non ho mai cambiato idea sulla mia vocazione e mi meraviglio sempre di questo». Una lunga vita a servizio di diverse comunità, sempre ben accolto. «Dopo l’ordinazione ho vissuto con tre parroci, come loro vicario. Mi sono sempre trovato bene con loro, mi hanno voluto bene. Erano gli anni del Concilio Vaticano II che ha portato una ventata nuova alla Chiesa. Certamente positivo il cambio nella liturgia, la celebrazione in italiano che ha permesso alla gente di capire ed a una nuova predicazione e aperto nuovi ruoli per i laici». Una vera novità. «Oggi, a 60 anni dalla mia ordinazione posso tracciare un bilancio positivo. Nel mio operare ho imparato il senso dell’attesa, alcune cose devono maturare. E accettare le idee degli altri, anche se non si condividono. Come il seme gettato nel terreno. Se è buono, crescerà. Io insisto molto sulla catechesi anche degli adulti perché formano la comunità». Per questo, sul proprio canale Youtube e di Facebook, settimanalmente, inserisce video con commenti a livello catechistico e pastorale e non omelie. Un’iniziativa ben accolta da un centinaio di ascoltatori, anche se si auspica un maggior numero di ascoltatori. «Aspetto tutti domenica in Santa Croce alle 10.30 – conclude quindi don Giuseppe Bressanelli – sarà un momento per rendere grazie a Dio del dono del sacerdozio ministeriale».

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