La targa di Mussolini sulla stampa nazionale

Era una targa, come tante, tra le centinaia che sono state affisse nella “Cappella del Suffragio” della chiesa dei frati negli ultimi sessant’anni. Ed è lì da quasi mezzo secolo. Lo veneravano i parenti, ma il suo nome è piuttosto ingombrante per la storia italiana, si tratta di Benito Mussolini, il duce. Il pezzo che abbiamo scritto lo scorso 22 gennaio spiegava perchè don Felice Locatelli, rettore del santuario di Sant’Antonio (più conosciuto come la chiesa dei frati), avesse trovato quella targa già nel momento in cui arrivò, 28 anni fa. Era a suffragio non solo di Mussolini, ma anche e soprattutto della figlia Anna Maria, che sposò il mortarese Nando Pucci Negri. La notizia non era mai uscita da nessuna parte, anche se era lì, sotto gli occhi di tutti, da quando morì Anna Maria, il 25 aprile del 1968 all’età di 38 anni. Giovane, così come morì relativamente giovane anche il marito mortarese Nando Pucci Negri, all’età di 61 anni. A Mortara il noto presentatore televisivo ha ancora una sorella, Carla, che ha ammesso di aver fatto installare quelle targhe per la famiglia e affinchè lei potesse pregare nella chiesa dei frati la sposa di suo fratello e, perchè no, anche il Duce. La stampa nazionale e i quotidiani locali hanno ripreso abbondantemente questa notizia che abbiamo lanciato proprio a ridosso di un periodo molto delicato per l’opinine pubblica, quello del Giorno della Memoria. Polemici sono stati sia Rifonfazione comunista che l’Anpi (associazione partigiani) e dall’altro lato la risposta è arrivata dal Secolo d’Italia, che difende invece la famiglia di Mussolini e Nando Pucci. Ed è così che la chiesa di Mortara è diventata famosa. con fotografi che sono venuti a suonare a don Felice per farsi mostrarel’iscrizione, senza mai trovare un diniego. La targa di suffragio ricorda i defunti, come a Predappio, il cimitero in cui sono sepolti sia Anna Maria che il marito mortarese nando Pucci Negri. In questa chiesa il rettore don Felice Locatelli, prete molto conosciuto a Mortara e anche insegnate al liceo per diverse generazioni di studenti, aveva commentato la notizia in modo molto semplice. Lui la targa se l’era trovata lì molti anni fa, quando è stato nominato rettore. E la tradizione vuole che per tutti quei defunti descritti nella “Cappella del Suffragio” venga detta una messa due volte alla settimana, quindi anche per Benito e per la figlia Anna Maria. Ora don Felice ci manda anche una lettera. Spiega perchè, secondo lui, non sia incompatibile dal punto di vista cristiano, che l’effigie del Beato Teresio Olivelli, mortarese, deceduto nel lager di Hersbruck, possa coesistere a pochi metri da quella di Benito Mussolini.

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